Booking.comLa Galleria Vittorio Emanuele II, nota anche come Salone di Milano, è una galleria commerciale progettata nel XIX secolo. Puoi trovare i negozi più famosi di Milano .
Tra le due piazze più importanti e signorili di Milano, sorge la Galleria Vittorio Emanuele II. O per meglio dire, “fu creata”, perché gli spazi e gli edifici così come i negozi esistevano già da prima e bisognava solo renderli fruibili al cento per cento, in una città che conosce lunghi periodi freddi e piovosi.
La parte ricca ed elegante del centro milanese aveva assoluto bisogno di uno spazio da vivere in pace, lontano dai rumori e dagli odori delle antiche carrozze prima e del traffico moderno in seguito. Un luogo in cui passeggiare e far compere con qualsiasi clima, passando da una piazza all’altra senza sforzo né ansia. Galleria Vittorio Emanuele II è nata per far felici pochi fortunati ma oggi è qui per incantare gli occhi di tutti, turisti compresi.
Un luogo nato da un atto di furbizia
Il nome della Galleria, Vittorio Emanuele II, deriva da un atto di furbizia politica più che da una appassionata dedica patriottica. Certamente la Milano desiderosa di unità d’Italia avrebbe comunque dedicato volentieri il proprio salotto buono al re ma per prima cosa bisognava espropriare alcuni terreni per agire sulle case circostanti e costruire il percorso pedonale.
Ingraziandosi il sovrano con la concessione del suo nome alla futura galleria, si pensò, le pratiche burocratiche avrebbero visto una accelerazione. In effetti, i regi decreti arrivarono velocemente e uno dopo l’altro tra il 1861 e il 1864 e si poté quindi avviare un progetto che in città aleggiava da molti anni, fin dal lontano 1830. La costruzione della galleria andò avanti tra alti e bassi, tra problemi con le società appaltatrici e con gli operai, ma nel 1877 era già completata e si poteva procedere alla sua inaugurazione l’anno successivo.
Evoluzione della Galleria
La Galleria fu il primo luogo di Milano in cui si sperimentarono tutte le innovazioni del progresso. Fu la prima ad essere illuminata dai lampioni a gas, subito dopo la sua inaugurazione, con un sistema automatico generato da un macchinario che “scorreva” lungo un filo tra le varie lampade portando la fiammella di accensione a tutta la Galleria contemporaneamente. Fu anche la prima via milanese a passare all’energia elettrica nel 1883.
Riparato il soffitto dopo una devastante grandinata ad inizio XX secolo, fu in seguito distrutta dai bombardamenti della II Guerra Mondiale e nuovamente restaurata e riportata all’antico splendore. Da allora la Galleria ha subito altri due massicci interventi di recupero, uno a fine anni Sessanta (1967) e l’ultimo in occasione della Expo del 2015. In particolare, i pavimenti a mosaico che erano stati recuperati in modo sommario sono stati finalmente riportati allo splendore iniziale.

La Galleria oggi
La Galleria Vittorio Emanuele II ha quattro ingressi, ma soltanto due sono quelli veramente monumentali: l’ingresso lato Duomo, che si presenta come un gigantesco arco di trionfo secondo lo stile antico romano, e l’ingresso lato Piazza della Scala che riprende il tema del primo ingresso ma con meno sfarzi. Sul lato della Piazza della Scala, inoltre, una esedra dalle decorazioni colorate abbellisce i primi metri di entrata. La lunghezza della via principale – tra le due piazze – è di 196 metri, mentre il braccio corto che la taglia a croce è lungo 105 metri.
Gli edifici che costituiscono la Galleria sono quasi tutti in stile rinascimentale, alcuni con elementi di neoclassico, e sfoggiano una eleganza notevole che non disturba affatto se messa a confronto con la moderna copertura, in ferro e vetro, realizzata in piena epoca industriale. I colori non sono mai esagerati, riprendono la morbidezza che deve avere un salotto dell’alta borghesia anche nel presentarsi al suo pubblico. Passeggiare in galleria, uscendo dal Teatro alla Scala per andare a prendere un aperitivo in un Caffé di lusso, con vista Duomo, è una sensazione che non si dimentica.
Cosa vedere e cosa fare in Galleria
In Galleria si va per fare acquisti di lusso, oppure per ammirare da dietro le vetrine sogni che non tutti possono permettersi di comprare. Chi può siederà ad uno dei tavolini dei ristoranti di chef famosi, o in un bar della “Milano da Bere”, guardando passare la migliore società e i personaggi dello spettacolo. Per i turisti, tre cose sono imperdibili in Galleria.
Ammirare l’Ottagono dal basso: l’Ottagono è la cupola centrale, che forma otto angoli con gli edifici e le strade vicini, e che fa ombra a quattro splendidi affreschi posti sulle facciate dei palazzi a rappresentare allegorie di quattro continenti. Ammirare il mosaico del Toro sistemato proprio sotto la cupola: tradizione vuole che, posando il tallone sui genitali del toro e ruotando su se stessi per tre volte, si attiri la fortuna. In realtà si rischia solo di distruggere una preziosa opera d’arte, come dimostra il buco profondo che si sta già formando! Regalatevi infine una visita guidata in notturna in Galleria, con le molte agenzie che organizzano questo giro.
Una tragica curiosità
Una tragica curiosità si lega a doppio filo con la Galleria Vittorio Emanuele II di Milano. Il suo ideatore e costruttore, l’ingegnere Giuseppe Mengoni, non poté assistere alla inaugurazione della propria opera perché morì il 30 dicembre 1877 precipitando proprio da una impalcatura della Galleria, in fase di smontaggio. Non fu mai chiarito se si trattò di incidente o suicidio.
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